Kiss the Bliss
Music by Callus & Di Lullo; lyrics by Callus & a free adaptation from Ugo Foscolo’s “I Sepolcri”
Performers – Cuorenero (vocals); El Gool (classical guitar); Udi Glaser (classical guitar); GuerillaMan (vocals & percussions); Nicki Heinen (flutes); Alex Robalino (Mexican accent Spanish vocals on outro)

EthnaMorte – Kiss the Bliss (from debut CD) by ethnamorte

And, by the cream of truth
I spasm within kisses of bliss
This music here on my lips

And, by the fountains of music
I walk upon ashes of alchemy
That, the music in my soul

Like, a blossom reaching death
To sprout into a vibrant flower
In the garden of my soul

Like, the earth that nurtures bliss
To cast upon us all more kisses
Kiss and kiss and kiss the bliss

All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d’erbe famiglia e d’animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l’ore future,
né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,

Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l’illusïon che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l’armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de’ suoi? Celeste è questa
corrispondenza d’amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l’amico estinto
e l’estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall’insultar de’ nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli

O bella Musa, ove sei tu? Non sento
spirar l’ambrosia, indizio del tuo nume,
fra queste piante ov’io siedo e sospiro
il mio tetto materno. E tu venivi
e sorridevi a lui sotto quel tiglio
ch’or con dimesse frondi va fremendo
perché non copre, o Dea, l’urna del vecchio
cui già di calma era cortese e d’ombre.
Forse tu fra plebei tumuli guardi
vagolando, ove dorma il sacro capo
del tuo Parini? A lui non ombre pose
tra le sue mura la città, lasciva
d’evirati cantori allettatrice,
non pietra, non parola; e forse l’ossa
col mozzo capo gl’insanguina il ladro
che lasciò sul patibolo i delitti.

Ola! Que pasa amigo?
Muy bien aqui! Besando la musica!